...redigote??

In questo post ho inserito una grafica ricapitolativa per scegliere l'abito da sposa più adatto al proprio body.

E ups ups
si scrive REDINGOTE!

Fatto sta che prima di iniziare il lavoro quotidiano al pc, che oggi non consiste nel scrivere articoli su Cucitious, presa dalla speranza di leggere un commentino e dalla curiosità di vedere il numero delle visite in crescita vertiginosa, ho optato per una capatina al blog... e pouf! ma cos'è sto redigote, scritto anche in malo modo? Originariamente robe-manteau equestre, stretto in vita e largo sui fianchi per permettere la cavalcata, riadattato al femminile nel 1700, è un abito con bustino e gonna larga che a partire dal sotto-seno, dalla parte alta del corsetto, si stacca e si amplia.
In questo articolo son ben descritti tutti i modelli nuziali pour femme.

Per oggi è tutto.
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ancora?! ancora un post oggi?!?

Si ancora un post (dopo di che basta perché devo iniziare il redesign di graficious)...

un postino per annunciare l'avvenuta realizzazione della pagina Facebook di Cucitious,
è qui che voi futuri partecipanti dei fantastici contest, concorrenti motivati dall'entusiasmo e dall'allettante premio non in denaro né in moneta né in cose e cosette ma da ALTRO, caricherete le immagini delle vostre creazioni e aspetterete il verdetto del pubblico e magari di una giuria di esperti volontari ancora da formare :D.


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Prima era la "S"

Vorrei provare a infilarmi in un corsetto dei primi del '900.
Dovrei tenerlo su per una giornata e annotare i cibi ingeriti.
Potrebbe essere un'ottima idea per la mia dieta promessa, parola d'ordine 'costrizione' piuttosto che 'intenzione'.

Questa la forma a "S",  nata con la moda vittoriana (metà 1800) e sopravvissuta per quasi un secolo:


Donne impossibilitate a muoversi con naturalezza, un corpo distorto e subito liberato tra le mura domestiche...

E così nel 1881 fu fondata a Londra la Rational Dress Society con l'obiettivo di contrastare ogni elemento introdotto dalla Moda che impedisse movimenti, deformasse il corpo e compromettesse la salute del soggetto. Tra le fondatrici di questa società anche la moglie di Oscar Wilde!

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che moda!

Una buona Blogger deve attingere anche dai libri, deve studiacchiare la materia che affronta nel suo diario e sviluppare l'intenzione di essere un minimo competente riguardo ciò che scrive; curiosità e desiderio di esplorare il mondo tematico scelto devono essere all'ordine del giorno. Poi Cucitious nasce proprio per far sì che l'hobby del cucito che mi ha catturato mesi fa non cada vittima dell'incostanza, dell'allontanamento e del classico "chiodo schiaccia chiodo"... per cui questo sabato ho acquistato un libro sulla storia della moda (The Kyoto Costume Institute, "La moda - Storia della moda del XX secolo", Taschen), dopo qualche ora ho notato che anche Alessandra Impalli nel suo blog consiglia questo testo (beh, io l'ho preso poiché rientrava nel budget che avevo dedicato a questa fase iniziale di approfondimento della materia).

E comincio a sfogliare e ci sono abiti dei primi decenni del 1900 veramente belli e attuali, difatti la Moda è ciclica come la Storia.

A pagina 78 c'è un abito da sposa indossato il giorno del mio compleanno del 1922 di Madelaine Vionnet, un nome che non avevo mai sentito prima, una figura, invece, rivoluzionaria come quella di Coco Chanel, colei che ha cercato e ci è riuscita del tutto nel dopoguerra (1920 ca) di eliminare il corsetto dagli abiti femminili e che ha inventato il taglio sbieco, quello circolare, quello con lo spacco e con l'inserto triangolare... (tutte tecniche che attualmente ignoro :), da studiare nel futuro con Cucitious).
Quanti altri nomi non avevo mai udito e sono, immagino, sconosciuti ai più come me (o no? mmm), perché il loro marchio è scomparso negli anni o si è ridimensionato, inglobato da altri, sorpassato senza lasciare le tracce impresse dalla Chanel, attualmente ancora famosissima.
Se penso "stilisti", penso Armani, Dior, Dolce&Gabbana, Cavalli, Ralph Lauren, Vivienne Westwood, Klein, Prada, etc... nomi più risonanti. Eppure il brand Vionnet c'è tuttora.

Primi tentativi di liberazione dal corsetto ci son stati da parte di Poiret, precedentemente alla Vionnet, agli inizi del 1900.

Ed in questi primi decenni è andato di moda l'Oriente in Occidente, le texture, i modelli, i colori, tutti gli stilisti ne sono influenzati.

Questa è una casa di moda di quegli anni (messa su da tre sorelle nel 1895) e inebriata dal "giapponismo" propone kimono e pantaloni alla turca.

Che abiti belli!
Beh, si tratta di Haute Couture, quella che oggi i più guardano in tv e ieri forse ignoravano, quella per i ricchi insomma, quella parola inventata dal sarto della moglie di Napoleone III, quella che richiede indossatrici, etichette, griffe e passerelle.
Quella che ha fatto nascere riviste di moda, come Vogue, la più vecchia?, del 1892, dalla cui VOGUEPEDIA ho attinto stamane per Cucitious.
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si, anche un lavoretto!

Non ho mai scritto che questo blog non possa o non debba esplorare il mondo dei lavoretti alla "paint your life".
Quei lavoretti che producono COSE che pochissime volte coincidono con l'immagine fighissima che la tua mente illusa e ottusa cela, si la cela, per non fartela vedere bene, ecco perché poi le tue mani partoriscono COSE e non oggetti di design.

Dal momento in cui non ho trovo il Burda con cartamodelli per bimbi e non posso iniziare il mio giaccone invernale da nipotino "fashion victim and I don't care", ho passato il pomeriggio di ieri e tutta la giornata odierna a fare le COSE di cui sopra...

Ma non è tragico il risultato e ve lo mostro, per scrivere un post in più e per consigliarvi una personalizzazione simpatica di un prodotto Ikea che costa solo 1 euro.

Guardate il cuscino-base del mondo immobiliare svedese: striminzito e sin troppo carino per ciò che costa, con un euro non riusciresti a comprare neanche l'imbottitura.

Dopo aver decisamente accantonato l'idea di rivestirli (ho troppi capi d'abbigliamento da finire e da iniziare), ho cercato di abbellirli e questi cuscinetti  a riporto con la mia cucina rossa, un po' giapponesini, un po' classici e un po' minimal, li ho soltanto io al mondo! (mi piace pensarla così dopo tre ore di lavoro).

Innanzitutto ho fatto dei bottoncini rossi, cioè dei cerchietti imbottiti e chiusi a palloncino; poi ho cucito questi bottoni al centro di ogni cuscino, alla classica maniera, per far risultare un certo gonfiore simpatico tutto intorno al puntino rosso...


Al posto dei laccetti agli angoli ho optato per un nastro di velluto rosso alto cinque centimetri e l'ho cucito al centro del lato di chiusura del pillow, quello con la cucitura in vista e non interna come per gli altri lati.
Beh, certo, prima ho reso il nastro funzionale all'obiettivo applicandoci il il velcro...

Si, ok, il velcro è celeste ma tanto non si vede :D
Una faticaccia sistemare l'altra metà della chiusura:
Questo lavoretto che in fin dei conti non mi ha deluso così tanto, mi è servito per imparare che il velcro è più giovane di mia nonna Benigna, lei ha novant'anni e lui 72, e che si ispira alla natura, ai fiori di bardana che terminano con degli uncini.
Di ritorno da una passeggiata in campagna pieno dei suddetti fiori sugli abiti, e dopo un attento studio al microscopio, Georges de Mestral, nel 1941, ha creato il velcro, da VELour e CROchet.




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Ho fatto bene

Ho fatto bene a decidere per una non-agenda, visti gli ultimi giorni di totale assenza dal mondo del cucito.

Questo post è solo una postilla riguardo il prossimo traguardo sartoriale.
Arriva il Natale e quindi i regalini e, quindi, cosa fa una che non sa cucire bene ma è convinta che una cosa fatta a mano con cuore e impegno sia il regalo più bello, soprattutto a Natale, soprattutto al nipotino che ha già tanti giocattoli?

Gli fa una bellissima giacca ripiena di pile, un po' stile "cool, you fashion victim" e un po' stile "I don't care"
Pertanto affamati lettori di Cucitious, va bene anche solo lettori :), il prossimo dettagliato post analizzerà con dovizia di particolari, senza problemi di tessuto mancante, tutte le fasi per fare una giacca invernale da bimbo con cappuccio!

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bellissimi abiti nuvola

Lei è la stilista di abiti da sposa che preferisco: Vera Wang.
Mi piacciono tutti i suoi abiti ma penso che quello che mi più rappresenti sia così

lo trovo nuvoloso, leggero, volatile, trasparente, delicato, immenso, importante.
Bisognerà avere il corpo giusto per indossarlo o farà la sua bella figura anche così riempito ( ho oscurato il viso della ragazza) ?

I vestito dovrebbe rifletterti...e non solo interiormente...

Il tessuto leggero come il tulle esalta i corpi esili e li 'allarga'; i corpi più rotondetti e pesanti è meglio bardarli con tessuti più pesanti e astringenti che sottolineano le curve ma contenendole.



Cerchiamo di ricapitolare con una grafica:



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unconventional sewing blog

Ho pensato che è inutile costringermi a rimanere fedele a un'agenda del cucito.
Perché questo è un UNCONVENTIONAL SEWING BLOG, come un unconventional Christmas o una unconventional Beauty o un unconventional Party o Tour o Wedding... a battere i tasti c'è una tipa che di sewing sa poco e sta sfruttando il blog per raccogliere e organizzare quante più nozioni sul cucito appunto, in modo da averle sempre a portata di mano e poiché scrivendo, elabora le informazioni più approfonditamente.
Quindi non si cuce solo di domenica e non si scrive solo di lunedì.
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Aaaa non ce la faccio a cucire solo di domenica

Okey, mi è scappato.
Ieri ho tagliato e imbastito e stamattina cucito e quasi terminato un abitino fatto più o meno così:

É successo che avevo due scampoli in jersey ma prima ancora c'era il fatto che disponevo già dei quattro pezzi in carta velina (difatti ho deciso di dedicare qualche serata dopocena a ricavarmi i cartamodelli dei capi vorrei ci fossero nel mio armadio).

Poi è successo che ieri alle 17 mi son trovata con un certo bisogno di riposare gli occhi e allontanarli dallo schermo (Ettario è pronto e, novità, avrà un seguito...) ed allora ho iniziato: ho sovrapposto i pezzi, li ho appuntati, tagliati etc etc.


Visto che a proposito dei contest di cucito, ho buttato lì l'ipotesi di premiare le vincitrici dei vari contest con un libro self-published a condizione, però, che i modelli premiati risultino per un 30% modificati rispetto all'originale, potrei approfittare di questa mia svista di cucito fuori dagli orari prestabiliti per ipotizzare queste eventuali modifiche che differenzino il capo in gara dall'originale.


Potrei ad esempio modificare l'abitino di sopra con una coulisse alla base oppure potrei cambiare il collo, optando per una scollatura a 'V' piuttosto che la barchetta proposta nel modello, oppure potrei aggiungere delle tasche, cosa non previsa nell'originale. Insomma un paio di modifiche e il 30% è fatto, solo bisogna fare un riferimento specifico al modello di partenza con data e nome della rivista, numero del modello, etc.

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il giorno del cucito

Potrei aver deciso che il giorno del cucito ufficiale nella mia settimana lavorativa sia la domenica.

Ci vuole un appuntamento fisso con le lettrici del blog (almeno quella mia amica... mi sa che mi madre non è costante...grr) e questo giorno di rinnovamento contenutistico di codesto blog dedicato all'apprendimento dell'arte del cucito (quanta specificazione!) è il lunedì.

La domenica si cuce e il lunedì si  descrive il pastrocchio del giorno precedente.

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storia del maglione senza stoffa

Buongiorno!

Stamane avevo altro in programma, tipo terminare Ettario, quando ho pensato di scrivere du righe sulla fine del maglione di cui vi ho illustrato con foto le fasi iniziali di ritaglio del cartamodello. Mi loggo su Blogger, apro un nuovo post, quando mi dico: "ma vediamo se magari chissà... qualche commento....". E invece ho trovato il primo vero Membro (perchè io-Graficious non faccio testo) del mio blog.
Insomma, è una bella sensazione e vorrei pubblicamente salutare il fautore della mia pétite joie matinale:
Ciao Sara V., che hai un blog con 13.226 visite e 37 Membri! (ma non hai votato il tuo capo preferito? :D)

Torniamo alla storia quasi infelice del maglione a cui mancavano i giusti metri di stoffa per essere il maglione che avrebbe dovuto essere!

Il punto è che la ratina (tessuto di lana) costicchiava e al momento dell'acquisto ho optato per un metro e sembrava un bel pezzo di stoffa!

Nonostante abbia cercato di posizionare i pezzi cartacei nel migliore dei modi, guardando al centimetro, mi sono accorta che la ratina non mi sarebbe bastata.

Attimo di ingegnosa riflessione e poi... eureka! Ahahaha, glielo faccio vedere io a Burda come riesco a farmi questo maledetto maglioncino in un metro di ratina!

Stringo qui, stringo la, ma si tanto è un modello largo, accorcio pure qua...ta ta ta...okey si, questo c'è uscito...cacchio questo potrebbe non farcela.... evvai c'è uscito anche 'sto pezzo... ora toc
Oh no! Non bastaaaaaaaaa!

Morale della favola: mai lottare contro Burda, se nel profiletto tecnico c'è scritto che occorrono 2 metri per ogni taglia allora ne occorrono 2, punto e Schluss!
Così ora devo tornare al negozio (che ancora non è mio sponsor e quindi non lo nomino... ma semmai volesse sono disponibile :D) e sperare che la ratina grigia non sia terminata come l'estate un mese fa.



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d'ora in poi solo cose serie

Si, da quando ho fatto il disegnino della mia macchina mi sono avviata lungo il sentiero in salita dell'apprendimento serio.
Quindi oggi, nona mattina chiara di un sabato novembrino che decorre veloce, espongo i primi step del cucito, ovvero scelta del modello, individuazione del cartamodello, ricalco e ritaglio del cartamodello, studio di parole strane del giornale.

1 -  individuazione del cartamodello: apro il foglio unico del Burda (finora li ho presi da lì), individuo il foglio contenente il modello da me scelto, in questo caso foglio D; questa informazione è specificata nel box tecnico che illustra i pezzi di cui si compone il modello, il tipo di contorno per ogni taglia e il colore del tracciato, in questo caso nero.


2 - ricalco del cartamodello: allora il mio maglione si compone di 4 pezzi da ritagliare (fronte, retro, fronte e retro della manica). Ogni pezzo è identificato da un numero: ogni numero è riportato al margine del foglio D per circoscrive l'area interna in cui si trova il tracciato completo. Partiamo dal numero 24, dal fronte della manica. Cerco il 24 ai margini del foglio D, trovatolo (aaaaa, devo fare la manicure!) mi muovo internamente, verso l'alto, alla ricerca del 'vero' 24, quello vicino alla linea di contorno nera come scritto nel box tecnico. La mia taglia tedesca è una 42 e il suo tracciato ha una sua tratteggiatura, indicata da quel brutto dito nell'ultimo step.

3 - ritaglio del cartamodello: sovrappongo la carta velina al foglio D, stendendolo per bene a coprire tutta il tracciato del pezzo 24 e procedo con il ripassare a matita (o altro dalla punta sottile) tutto il mio pezzo. Infine forbici per carta in mano e precisione quasi massima: ecco il fronte della manica.




4 - studio di parole strane del giornale: ne ho trovate un paio e prima del blog (nuovo tipo di datazione, ante e post blog :)) non le ho analizzate nello specifico; è giunto il momento di capire cosa sono la fliselina e la ratina, e dettagliare meglio lo sbieco.
La fliselina è una teletta usata per rinforzare una parte del capo d'abbigliamento come il colletto o i polsini; può essere termoadesiva, cioè con colla su uno dei lati, in modo da farla aderire al tessuto e poi stirarla per incollarla del tutto.
La ratina è un tessuto di lana pesante ma morbida alla mano.
Lo sbieco si acquista già fatto o si può ricavare tagliando la stoffa con un angolo di 45° rispetto alla direzione normale del filato, questo taglio in obliquo permette al tessuto di essere molto più elastico e manipolabile rispetto al DRITTO FILO, in cui sono generalmente ritagliati gli abiti. Spesso lo sbieco come fettuccia di tessuto, generalmente cotone, viene usata per le rifiniture e i bordi ( per il mio primo tubino in fresco lana ho però usato uno sbieco in raso); questo sbieco è ripiegato internamente e stirato, in modo da avere una piega permanente.


* ORDITO è il filo verticale
   TRAMA è il filo orizzontale
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La mia macchina

La mia macchina da cucire è una Singer Promise 1408 e con questo post colgo l'occasione per studiare la giusta terminologia tecnica.

Non riporto il pedale e il cavo di alimentazione, né la maniglia.

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come ho salvato la camicetta del post precedente

Care lettrici (spero in almeno mia madre e un'amica) ho salvato la blusa in viscosa con quella arricciatura sulla scollatura frontale non contemplata nel cartamodello e che, se avessi avuto meno fiducia e perseveranza, sarebbe stata camuffata da una bella rosellina in tinta.

Insomma dopo aver unito i pezzi tra loro appuntandoli con gli spilli, ho imbastito il tutto andando sempre dalle spalle verso il basso.

Ho passato tutto in macchina, poi è venuto il bello, non il bello della diretta, non il bello muscoloso della Coca Cola, ma il bello delle maniche arricciatissime, che da una circonferenza di 50 centimetri circa sarebbero dovute passare a una di 21 cm!

Premetto che durante le nove lezioni, ormai terminate, del corso non ho avuto occasione di fare arricciature di alcun genere.

Il risultato, però, è stato più che sufficiente, guardate per credere (anche il collo risistemato, beh poi a una distanza 'sociale' di un metro non si vedono i difettucci):

 

Infine vi ho fotografato le rifiniture:



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primo contest rispiegato

Ecco come funzionerà il primo contest di Cucitious, e come lui tanti tanti altri.

1 - Il sondaggino, ovvero il pubblico vota per determinare l'oggetto del contest - dura due mesi -
 
2 - La creazione, ovvero le concorrenti (non serve iscrizione!) hanno un mese di tempo per realizzare il capo di abbigliamento scelto tramite sondaggio - libertà assoluta nella scelta di modello, tessuto, etc
                                 

3 - Il caricamento su Facebook, ovvero due settimane per caricare l'immagine del proprio capo su una pagina Facebook creata appositamente

4 - I "Mi Piace", ovvero l'immagine, quindi la creazione, che ottiene il numero maggiore di "Mi Piace" è la vincitrice del contest - un mese per votare -

5 - Il vincitore su Cucitious, ovvero una bacheca dei vincitori spunterà su questo blog (che nel tempo acquisirà tanti ma tanti visitatori giornalieri) e il capo d'abbigliamento vincitore verrà piazzato lì, e resterà il solo nell'album della pagina Facebook del primo contest.

Vogliamo sognare?

E allora diciamo che raggiunti i dieci contest farò un libro dedicato, con foto e cartamodelli e descrizione delle procedure e ghirlande e coccarde e colombe per ogni capo d'abbigliamento e lo self-publisherò su Amazon. (Per non incorrere in accesi problemi di copyright, inserirò nel libro utopico solo i capi d'abbigliamento modificati rispetto all'originale modello per un buon 30% )

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non sono sarta

...(continua) e che il giorno del matrimonio ti accorgerai di aver cucito male quell'etichetta fucsia, unica pecca di un abito che rasenterà la perfezione in lontananza, e che quella fortunata etichetta con le tue iniziali da sarta novella svolazzerà via e cadrà ai piedi di un misterioso invitato super carino e affascinante, bardato da un abito di alta qualità sartoriale...
...e il giovine ti rivelerà la sua identità pazzesca di persona, perché ti si avvicinerà con passo da modello e...


Stamane mi son svegliata con la voglia di proseguire questa fantasia da "sarta" novella. Non so se mettere l'appellativo tra virgolette per enfatizzarne l'ironia, cioè la paradossale situazione per cui non sono sarta ma mi sto impratichendo e per definizione lo sono, sarta, poiché rappezzo e accomodo seppur in apprendistato, o se lasciare l'appellativo libero, esplicitando un dato di fatto che, se male inteso, potrebbe offendere chi ha studiato decenni per essere Sarta: NON SONO SARTA, MI PIACEREBBE DIVENTARLO, E QUESTO BLOG NON VUOLE FAR ALTRO CHE DESCRIVERE COSA E COME IMPARO, SBAGLIANDO e facendo strafalcioni di imbastiture e cadendo dal pero della logicità sartoriale.

Come ieri, nona lezione di cucito. Sono arrivata con l'intenzione di terminare una camicetta in viscosa con maniche larghe, di cui ho trovato il cartamodello nel Burda di Novembre che ha intervistato la stilista Alessia Giacobino (brand JA NO FUI).
A casa avevo ricalcato il cartamodello, ritagliato la stoffa, fatto i punti lenti e separato le parti. Poi m'ero ritrovata in una impasse, non sapevo come proseguire e trovavo difficoltà nel capire le procedure descritte dal giornale. Sicuramente non ancora assimilo il linguaggio tecnico di Burda ma solo dopo svariate letture delle stesse dieci righe avevo intuito cosa fare.
Bisognava fare gli spacchi della scollatura sul fronte e sul retro, poi aprirli "formando una linea retta e cucirli alla distanza di 5 mm su un bordo longitudinale della striscia per il profilo a partire dal bordo superiore, cucire in sbieco verso l'estremità dell'apertura" (da Burda, cit.), questo il primo passo per la blusa. Ovviamente mi sono fermata all'incisione degli spacchi e senza alcuna sicurezza ho pensato di ritagliarmi in sbieco sul tessuto delle strisce con cui bordare gli spacchi. E li ho imbastiti.

La maestra del corso, al contrario, mi ha detto che il collo va fatto per ultimo, che avrei dovuto imbastire i pezzi unendoli tra loro e per ultimo bordare gli spacchi insieme al collo. Peraltro la bordatura che avevo fatto sul fronte era orripilante, tutta arricciata sulla curva.


Oh no, dovrei scucire di nuovo tutto?


















Forse la lascio così e ci metto una rosellina, un qualcosa che mascheri l'inconveniente :)

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Primo contest

Speriamo non sia un flop questo primo contest, perché si sa che se il primo funziona allora ne funzioneranno altri e altri e altri e il mio blog sarà un successone! :D

Mi piacciono i contest, un po' meno quelli che vincono e si beccano il gruzzoletto, ma i contest di Cucitious non hanno premi! Si, è questa la cosa figa: non si concorre per i soldi, per le cose tangibili che ci raffreddano il cuore e riscaldano lo stomaco se si tratta di buoni spesa e ricoprono il petto villoso o proromponte se si tratta di una tshirt (come il concorso di Ettario).
I contestini di Cucitious vogliono solo radunare le sarte novelle (ci siamo chiamate così) e testare il loro desiderio di imparare e di fare sul serio, mettendosi a confronto con disinteressate e generose donatrici di consigli stimolanti.

La prima gara è iniziata con un piccolissimo sondaggio che scadrà tra 56 giorni, cioè il 31 dicembre alle ore 23 e 58. 

A partire da quel momento le concorrenti potranno cimentarsi nella creazione di camicia, gonna o pantalone che sia secondo i propri gusti, ma nell'arco temporale di un mese (gennaio).Le concorrenti avranno poi due settimane (entro 15 febbraio) per fare l'upload del proprio capo sulla pagina Facebook di Cucitious, dove ci sarà  un album dedicato solo al primo contest. 
I votanti  passanti avranno un mese per apporre il proprio Mi Piace dove vorranno ma nel massimo dell'imparzialità :D.
La chiusura definitiva del primo contest è prevista per il 15 Marzo 2014.


E tu che ti ritrovi delusa per la mancanza del gruzzoletto, non devi disperarti ma solo fantasticare... Perché il 16 Febbraio qualcuno potrà contattarti e cercare di acquistare il tuo pezzo unico a un modico prezzo oppure il 25 febbraio un'amica che ignorava completamente le tue attitudini al cucito ti commissionerà l'abito per il suo addio al nubilato e allora capirai che ci sarà un matrimonio in estate e che potrai realizzare l'abito dei tuoi sogni da damigella tutto da sola e che potrai metterci anche una bella etichetta personalizzata e che (da continuare)...
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l'inizio

Ho iniziato il mini corso di cucito a settembre, cinque lezioni di 3 ore ognuna per imparare i rudimenti della materia e portarmi a casa un capo d'abbigliamento cucito da me.

Ma parliamo di me e dei miei esordi.

Non ero una "che non sa tenere neanche un ago in mano", per cui quando ho iniziato il corso son partita da un 'quasi-0' e il mio obiettivo a tema (cioè nell'ambito del cucito, perché per il resto vorrei fare qualcosa di figo dal punto di vista della grafica e delle illustrazioni e delle idee di comunicazione, e, a proposito, tra 20 giorni, anzi meno, uscirà un mio libro, non di narrativa...lo scrivo in inglese stay tuned, 'coz Christmas is coming!) è fare qualcosa di talmente carino da essere acquistato da un cliente fallen in love col mio pezzo unico.
Prima di questo 2013 nella mia vita ci sono stati episodi di cucito a mano; a mano giacché la macchina da cucire era lontana dalle mie postazioni universitarie e quando era vicina tendevo a rifiutarla visto che le poche volte che ho tentato di usarla mi rigurgitava filo intrecciato in continuazione.

L'episodio più significativo per la mia anima sarta capitò in una Perugia del 2007, comprai uno scampolo di un glicine luminoso per abbozzare l'abitino che avrei voluto indossare il giorno del matrimonio di una delle mie amiche storiche.
Feci tante tante pince per dare un senso di 'girovita' al pezzo di stoffa (solo questa estate ho scoperto i cartamodelli) e aggiungine una qui una là, pouf mi ritrovai con un abitino indossabile in potenza ma non in pratica. Due giorni fa è diventato una fodera elegante per uno dei miei cuscini da tappeto!

Precedenti e successivi a questo ci son stati altri episodi di restyling o recycling di abiti già confezionati e preferibilmente pagati molto poco o dismessi da decadi... diverse volte con il solo effetto di distruzione totale del capo di abbigliamento.
A proposito di riciclo, sto guardando la trasmissione Re-Fashion su Real Time! Adesso inizieremo tutti a cucire e nessuno cadrà in amore col mio pezzo unico e non lo venderò mai! :(

Nel marzo di questo anno di svolte ho comprato una Singer Promise, perché in quel momento ho deciso di fare sul serio col cucito e con altri propositi della mia vita, tranne la dieta. Ho comprato anche una mini scrivania solo per lei (errore!), ho ritagliato nel salotto lo spazio cucito accanto allo spazio pittura e parallelo allo spazio schitarrate. La macchina è rimasta in scatola per un po' a causa della fobia del filo intrecciato. Il mio primo prodotto senza corso, senza tutorial, senza nozioni in più rispetto a un prima, è stata una federa per un lungo cuscino....federa con fodera e chiusura a coulisse! 
In seguito ho rivestito una cassetta da frutta per farne un porta sacchetti e ho iniziato un'altra mega federa, per un cuscino-testiera terminata in questi giorni e purtroppo da rifare in quanto orrenda. 

Non ho usato frequentemente la macchina dal giorno dell'acquisto, solo per questi pochi lavoretti d'arredamento che non mi entusiasmano granché, non fremo all'idea di vedere il prodotto finito e non passerei più di due ore dietro a una federa o a una tenda. Invece l'abbigliamento mi ispira e quando compro un Burda mi soprassale la voglia di realizzare tutti i modelli  con il primo obiettivo di vedere come mi vengono fuori, quindi è una lotta con me stessa con un proficuo risultato:  tanti vestitini sfiziosi e giacchette alla Desigual, pantaloni per ogni sederino e top della giusta lunghezza. WOW, non pasticcini e dessert che durano due minuti nel palato (eppure mi piace un casino fare i dolci facili) ma abiti che dovrebbero calzarti alla perfezione e che puoi personalizzare alla radice in modo da renderti DESIGUAL sul serio!

Insomma il cucito mi ha sempre affascinato ma io sono ritardataria in tutto, anche nel capire cosa avrei voluto e potuto  sul serio fare nella vita, in tempo per non prendere strade diverse e non del tutto soddisfacenti. Ora, per questa storia del cucito e per altre che ho iniziato sempre in ritardo, non posso che dirmi: "Non è mai troppo tardi!".

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