chi di voi ha sbagliato strada?

Io penso di essere ormai fuori tracciato. Sono una tipa ostinata, c provo e ci riprovo, un giorno piango il mio insuccesso e l'indomani, se c'è il sole, ritrovo fiducia nel mio progetto.
Ma forse a una certa...basta.

Comunque parliamo di altro, di eleganza.
Che è una caratteristica personale, da ricercare nell'atteggiamento, nel tipo di conversazione, nell'abbigliamento, nella gestualità della persona.

Una donna goffa non è elegante, neanche lo è una che ti sembra carina, dal fisico asciutto ed equilibrato e che poi cammina mascolinamente. L'eleganza ha a che fare con il movimento, con l'equilibrio visivo di peso trucco parrucco colori tessuti, l'eleganza dipende dallo spazio che si occupa quando si agisce. E' sottigliezza e naturalità, è rimanere affascinati dalla persona elegante senza un apparente motivo, non perchè sia bellissima/o o perchè indossi un vestito meraviglioso.

L'eleganza fa pensare al nero e al bianco, alle punte della danza, alla vita sottile, alle simple pumps, alle foto monocromatiche, alle labbra socchiuse, ai capelli ben raccolti, alla seta, a pochi gioielli.



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se tu non vai dal web, il web ti lascia a casa


Sì è così. In questa attualità economica non puoi svegliarti una mattina e pensare di aprire il tuo negozio di fiori senza il corredo social. Non puoi presentarti al cospetto del Mercato e sognare di far fiorire il tuo business senza la dote giusta: pagina Facebook, profilo Instagram, board Pinterest, SEO, SEM, TAGS, MKTG, MOUTH-TO-MOUTH, MOCKUP, LABEL, POST, LINK, e soprattutto BLOG.

Se sei un piccolo fioraio di oggi e vuoi essere più competitivo degli altri fiorai, local e global, allora devi RACCONTARTI, fare storytelling, essere un brand con un'anima e un passato, descrivere i tuoi giorni, con gli insuccessi e gli obiettivi raggiunti, avere una faccia, "due mani, due braccia ed un solo cervello" (cit. S.Bersani), per distinguerti dai ROBOT.

E io oggi ho voglia di scrivere qualcosa.

Avrei voglia anche di scrivere per qualcun altro, cose per cui essere retribuita 😆, (a dirla tutta, ho mandato dei cv, per lavorare da casa, perchè ho una pancia al 7° mese  💓), ma alla fine ho pensato:
HEY, GIOVANI, IO HO UN BLOG, con ben 958 likes su FB, che sono venuti da soli per via dei miei contenuti interessanti ed esilaranti.

Quindi, scriviamo un nuovo post INTELARANTE!

Magari non conterrà nozioni di cucito, nè tutorial, nè cartamodelli, nè curiosità storiche sull'invenzione del kilt, nè trascrizioni o foto dall'ultimo Burda.

Allora zia fatti un altro blog, penserete voi amanti dell'ago, del filo e della macchina da cucire, non sei nello spazio tematico giusto!

Eh no amiche di stoffa, perchè voglio che questo mio unico appassionato blog sia l'occhio su di me, il trampolino di lancio del mio business (il mio negozio e la mia professione ✌), la finestra sul mio cortile, l'ego e l'alterego di cui ho scritto nelle prime righe sopra.

MON BUSINESS C'EST MOI! Diceva Louis Quatorzième.

Dando un'occhio alla mia pagina fb, noterete come io non sia molto dedita al postaggio di contenuti e foto personali...ma voglio fare business nel 2018 e quindi voglio estrinsecarmi a voi.

MA CERTO! Mica lascio stare il cucito per trasformare il blog in una palla di diario autoreferenziale pieno di sproloqui su di me e sulla vita!
Il core theme di questo blog è IL CUCITO e per nulla al mondo lo tralascerò. Anche perchè mi piace un sacco, mi appassiona, nonostante negli ultimi 3 anni non abbia tempo o non voglia trovare tempo da dedicarci (dando priorità ad altro, come il negozio su).

Voglio realizzare un blog affascinante, quasi da influencer 😂😂😂😂
💥con una scrittura brillante, coinvolgente, fresca;💥
😎temi utili e facilmente fruibili;😎
👂freebie for you;👂
💖simpatia e personalità, la mia, soprattutto la parte più bella (senza mostrare troppo the dark side😢😡😤😣😥).

Spero davvero di riuscirci, di avere la costanza giusta, la tenacia dei veri blogger, di quelli che col blog ci lavorano, di ricevere flotte di commenti, di fare comunità.
Perchè la comunità è tutto.

STAY FOLLOWER!

Alessia



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da anni voglio farmi un pantalone....

ce la farò?
Linkandovi qui una breve storia dei pantaloni e qui una foto di un pantalone vecchio di 3000 anni, e comunicandovi l'ipotesi che i pantaloni siano stati inventati da pastori nomadi capaci di cavalcare, vi sto solo anticipando i contenuti di questo graaaande post del rientro.
Un post con TUTORIAL....yeahhhh
Beh non so se riuscirò a mettere in pratica lo studio, ma di certo farò un cartamodello su misura e riporterò nel blog ciò che leggo da font attendibili.

Devo dire che il pantalone a cui mi ispiro è a gamba larga e io in realtà lo vorrei più stretto sui polpacci, oppure mi piacerebbe a palazzo. Ma noi che abbiamo fantasia, sappiamo come modificare, seguendo il nostro intuito, il cartamodello per le nostre finalità.

Guardando il modello, posso dirvi con certezza che a noi interessa fare bene la parte alta del pantalone, fino al cavallo, prendendo con minuzia le misure del nostro bellissimo corpo.

Vorrei palesare i miei centimetri, ma vi annoierei :)

E vorrei anche dedicare una riga al termine "appiombo", che significa "Direzione verticale come quella del filo a piombo" (enciclopedia Treccani online), ergo "A. di un abito, caduta della stoffa in linea verticale".

Ecco lo schema per disegnare il vostro cartamodello su misura:

Il retro del pantalone è traslato, spostato di 2 cm in media verso sinistra ed è più grande del davanti di 2 cm su ogni lato.
Sottolineo che mi sembra più difficile a dirsi che a farsi.
Questo è lo schema per il retro:

E qui vi sovrappingo fronte e retro della parte alta, per capire meglio (soprattutto io...sigh):
 



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con il sole su Torino si parla di...

CINTURINO,
che va sempre RINFORZATO, può essere:

-DIRITTO, un rettangolo lungo x, alto y, con un sormonto su cui ripiegare la stoffa di 2/3 cm, solitamente senza margini di cucitura.
-SAGOMATO, che si adatta alla forma del corpo, qui ce n'è uno
-CON PASSAELASTICO, tipo coulisse, un rettangolo dritto lungo almeno quanto la circonferenza dei fianchi + 5cm
-ELASTICO, già pronto da acquistare.

Solitamente il cinturino è alto 6-8 cm per non avere problemi di vestibilità.
Il rinforzo va attaccato sul rovescio.

p.s. il burdese è sempre difficile per me.

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i suggerimenti di burda

Dopo tanto ho ripreso in mano il manuale di cucito di Burda. Vorrei fare tante cosucce ma non ho molto tempo a disposizione....quindi di tutorial neanche l'ombra, anche questa volta :( ☆☆☆
Ma quanti consigli utili contiene questo piccolo libro arancione dalla copertina rigida? ??
Facciamo un elenco:
-Per tagliare più agevolmente seta viscosa e i vari tessuti scivolosi basta disporli su un telo di lino.
 -Per i tessuti doppi come le pellicce esistono degli spilloni lunghi con la capocchia di vetro.
 -Non appuntare il cartamodello su tessuti come il ciré  che poi ne rimangono segnati, ma usare lo scotch.
 -Attenzione al ricalco del cartamodello con carta copiativa: ricalcare sempre sul rovescio, ma fare una prova con ferro da stiro poiché su molti tessuti il calore fa trapassare il colore della carta sul dritto; inoltre la rotella dentellata che si usa per ricalcare su alcuni tessuti come ciniglia e velluto segna irrimediabilmente il fronte, lasciando tracce e rilievi visibili. -Prima di applicare la fliselina stirare il tessuto su un panno umido. -L'ideale è fissare il bordo su cui va la fliselina
su una sagoma,  quale possono essere i rinforzi per mantovane Freudenberg



-Per cucire con macchina sempre alla stessa distanza ci si può aiutare con un distanziatore oppure con del nastro adesivo colorato con cui segnare il limite della stoffa.
-Prima di incidere un occhiello  con la taglierina, per evitare di andare oltre le estremità, appuntare uno spillo traverso.
 -Prima di ricoprire un bottone con del tessuto trasparente doppiamo la stoffa.
 -Se invece vogliamo ricoprire il bottone con un tessuto rigido, inumidiamo la stoffa per renderla più maneggevole.



















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mamma mia il jersey, che fatica!


 Eccccerto!
Perché non ho seguito le regole per cucirlo a dovere, il jersey, che non è un tessuto ma una stoffa a maglia rasata o a nido d'ape. Una stoffa elastica sia in lunghezza che in larghezza perché prodotto con le macchine per maglieria, liscia e morbida oltre che traspirante, semplice e di umili origini: era usata infatti dai pescatori dell'isola di Jersey nel Canale della Manica alla fine del 1800. Il jersey è anche una mucca piena di grasso e proteine originaria della stessa isola inglese. Il jersey si può ricavare da diverse fibre, dal cotone, dalla lana e dalla viscosa.  Rimase inadatto all'alta sartoria fino al 1916 quando Coco Chanel ne comprò una partita dal venditore di stoffe Jean Rodier. Da quel momento la maglieria uscì dal solo ambito della biancheria ed entró in quello della moda, e con lui l'ago fino a punta arrotondata indispensabile per non spezzare le morbide maglie del tessuto.



 Cucire il jersey è impegnativo ed è indispensabile fare una cucitura di prova su un ritaglio di stoffa per settare la macchina.  Prima di tutto BISOGNA LAVARE LA STOFFA prima di cucirla per evitare deformazioni postume, il jersey in fibra sintentica tende a ritirarsi infatti con il lavaggio. Bisogna infatti definire la PRESSIONE DEL PIEDINO diminuendola per permettere il passaggio del tessuto.  Bisogna BILANCIARE IL PUNTO affinché sia simmetrico anche su una stoffa 'mobile' come il jersey. BISOGNEREBBE USARE IL PIEDINO IN TEFLON o in plastica, materiale che fa scivolare meglio il tessuto. BISOGNA USARE IL GIUSTO AGO 75/11 A PUNTA ARROTONDATA ( quando l'ago è sbagliato o  spuntato, la cucitura presenta dei tratti lunghi, poiché l'ago ha saltato dei punti,  non ha cioè aggangiato correttamente il filo di sotto). NON BISOGNA TIRARE LA STOFFA DURANTE LA CUCITURA. BISOGNA USARE UN PUNTO ELASTICO. NON BISOGNA IMBASTIRE IL TESSUTO per non rovinarlo ma appuntarlo con gli spilli. BISOGNA USARE UN FILO IN POLIESTERE più resistente di uno in cotone. BISOGNA USARE IL PUNTO OVERLOCK, che rifinisce l'orlo come una taglia-cuci; in alternativa si può usare il punto ZIGZAG ma sempre di tipo elastico per non slabbrare il tessuto o ancora l'ago gemello.
Per spingere la stoffa ci si può aiutare con uno spillo e, altra chicca, si può mettere una striscia di carta di giornale o velina tra il tessuto e il piedino e cucire sul tessuto per agevolare il passaggio della stoffa e poi con uno strappo delicato eliminare la carta (metodo che si usa anche per cucire gli imbottiti con un lato aperto). Per foderare un capo in jersey BISOGNA USARE UN TESSUTO ELASTICIZZATO, come una maglina leggera. Per rifinire le maniche e il collo ci vuole uno SBIECO.


OGNI TESSUTO VUOLE UN TIPO DI AGO, guarda qui .

E guarda anche qui se vuoi farti dei leggings.

Leggi qua per conoscere meglio il piedino da sopraggitto.

E da questo blog che riguarda il jersey c'è anche un bel tutorial per la realizzazione di un vestito figo trovato nel libro della stilista giapponese Hisako Sato. Un ultimo tutorial per noi, famose sto vestito arricciato.



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ricalco premaman

Ciao!

Questo weekend ho copiato alla buona una gonna premaman, anche se alla fine ci sono volute 4 ore! :(

Inizio trionfante sperando in una cosa facile e veloce e più o meno sempre le cose si complicano.
In questo caso il problema è stato il ricalco della gonna maternity tg L, problemini con la definizione dei due pezzi della cintura.

Perché una gonna con spazio porta Belly (pancione) si compone di 4 pezzi: un fronte, un retro, un fronte per la cintura e un retro per la cintura.

Ho usato un jersey leggero e ho optato per una longuette con spacchi laterali che intenzionalmente volevo indossare con sneakers e scarpe basse. Mio marito me l'ha bocciata. Ma è un bocciatore professionista :(
E io la metto lo stesso :) :)

graficious img

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La lunghezza della gonna originale è di 50 cm, a questi ne ho aggiunti 20 senza cm per l'orlo (l'ho lasciata 'giovane' con uno zig zag e l'arrotolamento naturale del tessuto :) )
Lo spacco laterale inizia al 40° cm dall'alto, senza considerare la cintura!

Ho inserito una molla di 1 cm lungo tutta la circonferenza della vita che resta leggera.
La larghezza della cintura è sempre 47cm per il fronte e altrettanti per il retro.

La prossima estate potrò ripiegare il cinturone per un ulteriore utilizzo della gonna.


MA ECCO IL RIASSUNTO GRAFICO:

graficious infografica longuette premaman


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mi serve sapere cose sulla gonna arricciata!

La verità è che io gli ultimi due post sulle gonne li ho scritti oltre che per riassettarmi un po' le idee, e devo dire di aver capito matematicamente più cose, soprattutto per capire come fare per bene una gonna arricciata. Una gonna elegante e soffice da ricavare da un tessuto costato ben 35 euro, e non è seta grrr!, senza fare il minimo errore e quindi senza dover scucire e piangere sul latte versato.

Ho comprato sabato questo rettangolo di ottimo poliestere, "mica nylon qualunque signora!", che io odio perchè si appiccica, ( e si elettrizza anche questo da 22euro al metro! doppio grrrr!), e l'ho diviso in due, tagliando lungo il drittofilo, ho fatto male?

In seguito all'ultimo post ho capito bene questa storia della trama e dell'ordito e ora mi vengono complessi sartoriali che prima neanche l'ombra...

Non posso assolutissimamente sbagliare con una stoffa così pregiata, non è il solito scampolo l'oro! 
Prima di procedere con la fantasia e mettere la 4° con la macchina da cucire, ho avuto l'assennatezza di riflettere.

Attualmente ho due rettangoli di chiffon di poliestere che ho arricciato in vita con il punto filza a mano. 
Non mi sembra ingrossino tanto sulla vita, che è quello che vorrei evitare avendo già la panzetta premaman.
Ma preferirei scongiurare ad ogni modo questa possibilità e quindi, dopo aver letto un post, ho deciso di dare ai due rettangoli PRIMA una forma SVASATA.

Dovrò poi dividere l'arricciatura in vita in 4/4 , cioè cucire con il punto filza ogni quarto due volte, le due cuciture parallele si dovranno distanziare di 0,3 cm.
La suddivisione in quarti serve a rendere l'arricciatura più omogenea.

I fili vanno tirati contemporaneamente, una volta terminate entrambe le filze, e le arricciature vanno fissate con gli spilli.

Non riesco a trovare nel web tanta teoria per creare un elegante gonna arricciata in chiffon. E anche il manuale di Burda lascia a desiderare.

Vediamo che riuscirò a fare.

In bocca al lupo a me!

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donne con altri tipi di gonne

La gonna dritta o a tubo è stata analizzata e schematizzata tempo fa.

Si parte da questa per fare la gonna svasata o a trapezio. Una gonna  che può essere seria e squadrata o morbida e frou frou, un po' più vecchietta o un po' più giovane. Dipende dal tessuto e dalla svasatura.
Svasare significa "aprire a forma di cono", quindi allargare il fondo della gonna a partire dai fianchi. Quando la svasatura supera i 6 cm rispetto alla gonna dritta e quando scompaiono le riprese dal cartamodello allora stiamo cucendo una gonna a godet, che è una quasi gonna a mezza ruota e che è meglio realizzare in tessuti morbidi e scivolosi e che andrebbe ritagliata su tessuto con drittofilo in sbieco (cioè a 45°).

GONNA SVASATA
Il fronte e il retro differiscono nelle pinces, come per la gonna dritta, quelle frontali sono lunghe 14cm  e larghe 3cm mentre quelle posteriori sono lunghe 10cm e larghe 2cm. Differiscono poi per la circonferenza del bacino: se per la parte frontale alla circonferenza viene tolto 1cm, per la parte posteriore viene aggiunto 1cm!
La gonna svasata si ricava in pratica dal cartamodello su misura che avete già realizzato per la vostra gonna dritta, identico e spiccicato, e a questo basta aggiungere la svasatura di 3 o 6cm!
Si può scegliere se mantenere o meno lo spacco dietro!

GONNA A GODET, è quella che ho realizzato io per un matrimonio in vista, supponendo fosse solo una gonna molto molto svasata e senza riprese, che è meglio visto che la mia pancia cresce (sono alla fine del 5° mese :) ). La mia gonna, poi, è a vita alta-alta, parte cioè dal sottoseno e va giù larga e spedita che viene fuori un effetto carino, ed è in seta.
Io non sapevo della necessità di tagliare la stoffa piegata in sbieco (a triangolo), non c'era scritto sugli appunti materni grrrr!, e non so cosa potrà succedere alla gonna mentre la indosserò, sigh!
*La gonna a godet NON è la gonna  a mezza ruota, ma ci assomiglia!



Non ho capito bene il taglio in sbieco del tessuto. Mi faccio uno schemino:

L'ordito corrisponde al drittofilo che ha un'altezza variabile, corrisponde cioè alla  lunghezza desiderata della stoffa. La trama corrisponde al contrario, perpendicolare al drittofilo, con un'altezza fissa che dipende dal telaio da 70 cm o da 150cm, e che è dove taglia la stoffa il commerciante.

Dovessi quindi piegare il tessuto a triangolo, cioè sullo sbieco, avrei:



Giusto?


P.S. Per saperne di più su come indossare le gonne in base alle proprie forme e rotondità, leggete qui.
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donne con le gonne

Sono un'apprendista sarta birichina e dimentichina: da quanto tempo rimando la scrittura di un nuovo post?
:(
E' che ho sempre qualcosa di più urgente da fare. Sto allestendo il mio negozio Etsy, devo essere più produttiva che mai in questi primi mesi del 2015, perché a fine luglio arriverà un bimbino/a qui in casa e non avrò molto tempo né pace mentale per potermi dedicare tanto all'arte grafica quanto a quella sartoriale! :)

Sarte alla lettura, se state pianificando il vostro matrimonio o cooperate nell'organizzazione di quello di un'amica o di un parente, se tra pochi mesi ci sarà il battesimo del vostro primo/secondo/terzo/quartogenito, se avete bisogno di bigliettini da visita, cover image per la pagina facebook del vostro negozio, il logo per la vostra neonata sartoria, SCRIVETEMI a graficious@gmail.com oppure info@graficious.it.

Comunque, self-promotion a parte, nelle ultime due settimane ho cucito un bel po', e mi piacerebbe dettagliare meglio con foto e parole la mia attività con ago e filo ma ci vorrebbe troppo tempo, e visto che ho il negozio Etsy da riempire di carinerie cartacee,rinuncio ogni volta a fare tutorial a riguardo.

Cosa ho fatto recentemente?

Diviso un cuscinone di due metri in due cuscini da un metro e quindi diviso la foderona di due metri in foderine da uno.

Passato a macchina il famoso cappottino rosso, a cui ho deciso di togliere la fodera imbottita, ma che devo ancora finire di foderare con tessuto da definirsi...sigh.

Utilizzato lo stesso cartamodello (solo la parte superiore) del cappottino di cui sopra per farmi un piumino di mezza stagione con maniche a 3/4. E' quasi finito, ho fatto diversi errori mah insomma potrei indossarlo!
Posterò delle foto.

Sistemato il mio angolo delle stoffe che si era incasinato troppo. aaaaaa!

Cucito una gonna a pieghe blu. Metterò foto.

Cucito una gonna a ruota nera a piccoli pois verdi. Foto anche per questa.

Cucito una gonna svasata in seta grigio talpa che poi ho unito a un corpetto in seta avorio, fatto su misura da me (ebbene si!) circa sei mesi fa. E' diventato un bel vestito-sottoveste morbido e liscio a cui abbinare una gonna in chiffon di un colore strano che ho imbastito ieri. Insomma foto anche di questo capo perché è per un matrimonio! :)

Ed è per questo, per questi ultimi capi realizzati, che il post di oggi si occupa delle gonne delle donne!

GONNA A RUOTA,  facile e mooolto di moda questa primavera, soprattutto a vita alta.
Ispirata alla gonna messicana e proprio esportata dalle dive del cinema americano al ritorno dalle proprie vacanze, si è contrapposta alla vigente "gonna a matita", non solo nel modello ma proprio nel mood, nei colori e nelle texture. Leggetene di più qui.
Il cm in più che viene aggiunto al punto B serve a seguire meglio la conformazione del corpo femminile, il livello della vita anteriore è infatti più lungo di un centimetro rispetto a quello della vita posteriore.



GONNA A MEZZA RUOTA, che si sgonfia un po' rispetto alla sorella maggiore, è meno svasata.
La differenza tra le due sta infatti nella quantità di tessuto utilizzata: la mezza ruota occupa una superficie pari alla metà del cerchio, mentre la ruota intera utilizza uno spazio pari al cerchio intero.
Mentre nella gonna a mezza ruota ci ricaviamo il diametro del cerchio che è la vita (circonferenza : 3,14, arrotondando a 3), nella gonna a ruota ricaviamo il raggio (circonferenza : 6,28, arrotondando a 6). Aprendo la stoffa ripiegata della mezza ruota viene fuori una mezza ciambella, aprendo quella della ruota intera viene fuori una ciambella intera....gnam gnam!








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ma quanti aghi ci sono?

Ecco perché ogni tanto la macchina impazzisce: crea grovigli di filo, salta dei passaggi, cambia modalità di cucitura, lascia dei buchi nella stoffa, manda giù il tessuto nel buchetto e/o il filo si spezza!
Non c'entra solo il Fato e tu lì a maledire la macchina e a scucire e a rimettere il filo e a rifare tutto daccapo.

Beh, a dir la verità, un po' ci avevo pensato al fatto che l'ago potesse entrarci qualcosa nel complotto, ma avrei dovuto approfondire e non era mai il momento giusto.

Oggi si però! E anche se ho un tutorial da finire (iniziato due mesi fa... sigh) e anche se a Natale/Capodanno, non ho potuto sfoggiare alcun cappotto irregular e oversize rosso con interno imbottito nero, apro questa parentesi di teoria succinta e graziosa.

- Anche perché continuo a non terminare il cappotto di cui sopra, per cui non posso proseguire il tutorial... sigh -

(Molti amici di Cucitious su Face si sono aggiunti, per cui li esorto: SE AVETE TUTORIAL CON FOTO DA MOSTRARE, BEN VENGANO! Scrivetemi e copierò e incollerò nel blog: graficious@gmail.com)



Bene, come recita il titolo, CI SONO MOLTI AGHI AL MONDO e il loro utilizzo dipende dal tipo di tessuto su cui stiamo lavorando.

Alla base del cucito a macchina stanno gli AGHI UNIVERSALI, adatti alla maggiorparte dei tessuti, al jersey e al sintetico. Hanno stessa punta e stessa cruna ma una diversa numerazione dovuta allo spessore dell'ago.
Esistono poi gli AGHI PER TESSUTI STRETCH SINTETICI, gli AGHI CON PUNTA A SFERA per maglia e corsetteria, gli AGHI PER PELLE, FINTA PELLE e materiali non telati, gli AGHI PER IL JEANS quindi tessuti a trama spessa e finta pelle telata, gli AGHI MICROTEX per seta e tessuti in microfibra, gli AGHI PER RICAMO, gli AGHI PER TRAPUNTO (quilting) e patchwork, gli AGHI DOPPI/gemelli per nervature e cuciture doppie e orli, gli AGHI TRIPLI sempre per ornare, gli AGHI A LANCIA (wing) per orli a giorno e punti decorativi, gli AGHI A LANCIA DOPPIA, quelli PER FILI METALLICI e PER CORDONETTO e fili spessi, infine gli AGHI HANDICAP con infilatura facilitata.

Oddio quanti! E chi l'avrebbe mai detto? Personalmente non li ricorderò nè userò tutti. Per questo sintetizzo graficamente solo gli aghi a me potenzialmente utili. Codesti:



L'ago è vecchissimo. Nasce nel Paleolitico, 60000 anni prima di Cristo, è di osso e appare così:
                 historical novelstone age pin 81x400 I Am On Pins and Needles!                      historical novelbronze pin I Am On Pins and Needles!

Gli Egiziani ricavano gli aghi dalle spine di pesce. Mentre i Sumeri intorno al 3000 a.C. fanno spilli in ferro. 
In Russia sono stati trovati aghi di avorio di 32000 anni fa. 

Per secoli i vestiti vengono assemblati solo con l'ago; i bottoni si diffondono ampiamente come metodo di chiusura solo nel medioevo.

Nel 18° secolo la produzione di aghi raggiunge il suo apice e coinvolge un team di 15 operai, per i quali respirare l'aria piena di particelle di metallo è estremamente pericoloso.

historical novelpins 18th century 114x400 I Am On Pins and Needles!       historical novelbrass pins late 1800s 230x400 I Am On Pins and Needles!

La prima macchina industriale per fabbricare spilli viene brevettata nel 1830 da John Howe.

Una rivista scientifica americana nel 1903 riporta che circa 3000 aghi vengono prodotti al giorno nel mondo, soprattutto in Gran Bretagna. Nel 1920 gli americani acquistano 14 miliardi di spilli all'anno.

historical novelsewing needles folder 300x182 I Am On Pins and Needles!

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Cappottino Burda: teoria e pratica, yeah! Parte 1, yeah!

Questa volta faccio sul serio.
Una fase dopo l'altra, dal testo al tessuto, senza fantasia, senza salti, così: dritto per dritto.
Non potrò sbagliare.
E il mio cappottino per Natale sarà uno splendido pezzo unico...
... anche perchè ho fatto una piccola modifica al cartamodello. Prima di decidere di non lavorare di fantasia durante questo serissimo tutorial. Un lieve emendamento alla base. Lo scoprirete.

Per questo tutorial ho deciso di riportare esattamente il testo in burdese e di fornire per ogni fase una immagine del procedimento.

Questo sotto è il cappotto, che però non sarà in pelliccia bensì in lana rossa con interno in fodera nera imbottita, non avrà maniche a 3/4 ma lunghe e ...


...non finirà dritto ma asimmetrico: davanti corto, dietro lungo.


Aspettiamo di vedere cosa ne esce :D

Non riporto le fasi di ricalco del cartamodello e di ritaglio della stoffa.
Ho lasciato un margine di 1,5 cm per le cuciture e i bordi e di 4 cm per l'orlo in basso.

Mi sono ritrovata con 13 pezzi:
- 1 retro superiore (ritagliato nella ripiegatura della stoffa, quindi un pezzo unico per il dietro-sopra)
- 1 retro inferiore (ritagliato nella ripiegatura della stoffa, sempre un unico pezzo per il dietro-sotto)
- 2 davanti superiore  (ritagliato nella stoffa doppia ma non nella ripiegatura)
- 2 davanti inferiore ( idem )
- 2 retro manica (tagliato in stoffa doppia)
- 2 davanti manica ( idem )
- 1 collo alla coreana (un pezzo unico ritagliato nella ripiegatura della stoffa)
- 2 sacchetto tasca (ritagliato nella stoffa doppia)


Si comincia con l'esterno.

Ecco cosa recita Burda:

A. Chiudere le cuciture laterali della parte superiore, numero di congiunzione 1.
*riportare tutti i numeretti e le freccette e i segni strani che ci sono sul cartamodello perché potrebbero essere utili.
I due numero 1 che vedete nella foto sotto devono essere assemblati insieme.
Io ho appuntato i tessuti; una volta completato la parte superiore del cappotto ho imbastito il tutto (anche perché avevo terminato gli spillini ehehe)








B. Chiudere le cuciture inferiori delle maniche.
La parte inferiore delle maniche è quella più corta che va dalle ascelle al polso. Il davanti e il dietro delle maniche sono molto diversi tra loro: il sotto è più largo di diversi cm. Anche sul giornale è così, non c'è da temere...spero.




C. Attaccare le maniche agli incavi maniche.
Una volta unite le due parti della manica con la cucitura inferiore, bisogna far combaciare la manica all'incavo manica





D. Chiudere le cuciture superiori delle maniche, numero di congiunzione 5.
Basta unire i due lembi di stoffa delle maniche che ancora cadono penzoloni e il pezzo superiore del cappotto è pressoché del tutto impuntato. Poi ho imbastito il tutto.




E la prima parte del tutorial è finita,
dritto per dritto :D










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she wore blue velvet DA DA DA

Mi piace un sacco la fiction spagnola Velvet. :) L'ho già slurpata tutta in spagnolo e in una settimana perché, oltre ad essermi innamorata del protagonista, sono entrata in un atelier di alta moda degli anni sessanta iberici, una galleria di abiti sartoriali per i benestanti di Madrid, piena anche di notte delle sarte e dei commessi, che lavorano e dormono lì. Nella storia c'é una moda classica e conformista che l'erede aziendale vuole sostituire con una moda fresca e ribelle come quella parigina, per avvicinare le giovani alla galleria e per evitare il fallimento dell'impresa paterna che subisce l'avanzare del prêt-à-porter.
Il finale è lacrimoso ma c'è una seconda stagione pronta che in Spagna verrà trasmessa da domani!
Nella fiction diversi sono i nomi celebri che risuonano, tra questi quello di Balenciaga a cui si ispira l'ipotetico stilista del negozio Raul De La Riva.
Prima di Velvet non conoscevo Miguel Ángel Silvestre e soprattutto il suddetto stilista. Alla fine di questo post ne saprò di più, dello stilista.


Cristobal Balenciaga è figlio di sarta e di pescatore, nel 1919 ha tre negozi in Spagna e una buona fama di designer e veste tutta l'aristocrazia spagnola, quando la guerra civile lo spinge a chiudere tutto e trasferirsi a Parigi.










Qui apre la sua casa di moda nel '37 e si fa notare con collezioni ispirate al suo paese d'origine, la Spagna che ha lasciato rivive nei suoi bolero e negli ornamenti copiati ai Matador, nella costante accoppiata rosso-nero, nel pesante pizzo nero, nella cascata di balze tipica degli abiti da flamenco.


Con la seconda guerra mondiale inizia il declino della moda parigina e l'ascesa di quella americana. Nel 1940 viene imposto l'Ordine di Limitazione delle Forniture, per cui per ogni capo di abbigliamento viene specificato il metraggio di tessuto consentito per la sua realizzazione. Gli indumenti si riducono al minimo. Viene imposto un Abbigliamento Funzionale a partire dal 1941: 32 capi di vestiario prodotti in serie. Viene proibita la gonna svasata per non sprecare il tessuto (soprattutto lana e cuoio utilizzati per le truppe) e il mondo militare porta al confezionamento di completi in serie tipo uniforme, giacche con spalline imbottite, gonne al ginocchio dritte e senza pieghe. In America si ricorre alla tela jeans, il nylon manca e così i collant per le donne, che si fanno dipingere una riga dietro le gambe, si crea una moda informale, sportiva, semplice e meno costosa, che emigra in Europa.


Parigi viene liberata nel 1944 e tre anni dopo Dior propone il suo New Look per riportare la haute couture agli antichi ardori. E insieme a lui, couturier degli anni 50 proprio Balenciaga. Mentre il francese propone un corpo femminile ancora modellato, con vita super sottile, seno esposto e fianchi tondi creato da rinforzi e imbottiture, il Maestro spagnolo crea il Tailleur semi-aderente (per lasciare spazio tra abito e corpo) con collo rotondo, la giacca a palloncino, l'abito a tunica senza cintura. Vuole la donna libera da stecche, sottovesti modellanti, imbottiture. Cerca comodità e aria. Usa un tessuto che crei volume e rimanga rigido: il GAZAR, una seta rigida ma trasparente (tessuti Abraham). Ricrea un corpo astratto.

Dopo la guerra, l'America porta nel resto del mondo il suo Sogno economico, i suoi teeenager con blue-jeans, t-shirt e brillantina, Elvis Presley e il potere della strada nel proporre stili di vita e mode.

Balenciaga appare per l'ultima volta in pubblico nel 58 per il funerale di Chanel che tempo addietro l'aveva definito come "l'unico Couturier capace di disegnare, tagliare, unire e cucire insieme i pezzi dei suoi abiti", a differenza degli altri che erano solo disegnatori.

Nel '62 fa esperimenti con la plastica per i suoi vestiti, all'avanguardia.

Si ritira dalla moda e chiude la sua casa di haute couture alla fine degli anni sessanta, quando la moda diventa di strada e nasce il prêt-à-porter con i suoi prezzi ragionevoli e la sua buona qualità. Quando la produzione in serie invade la sartoria e il consumo si fa di massa.


Nel 2011 a giugno a Getaria, sua città natale, è stato inaugurato il museo dedicato alla sua vita e creazioni,
mentre oggi il marchio è portato avanti dalla stilista Alexander Wang del gruppo francese Kering.

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magico secondo contest...

...speriamo più fortunato!

Sicuramente, e senza peccare di presunzione, al prossimo contest di Cucitious, che sto per annunciare, saremo almeno in 10 a ballare l'Hully Gully, vero?

Per ora mi limito a rinnovare il sondaggio per stabilire il capo di abbigliamento sul quale ci sfideremo,
e, soprattutto, a comunicare che questa volta ci sarà in palio un premio!!!

SI, IL VINCITORE DI QUESTO SECONDO MAGICO CONTEST RICEVERA', direttamente en su casa, IL SIMPATICISSIMO GRAFICETTARIO, e cos'altro?

Ecco una ricettina in anteprima:



Come per la prima competizione, il sondaggio durerà due mesi e dopo aver determinato il capo avremo un mese e mezzo per la sua creazione, infine due settimane per inserire delle foto nell'album su Face e poi votazioni.

I capi di abbigliamento in lista per la sfida sono stati pescati nelle collezioni fashion 2014-2015. Ecco degli esempi:

* abito asimmetrico:


*cappottino oversized


*pantalone con pinces






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